Le recenti delibere della Regione Veneto mirate alla copertura delle carenze in organico dei Pronto Soccorso e dei reparti di Medicina e Geriatria sono state presentate come risposta straordinaria ad una situazione gravissima: dopo un corso di 92 ore ed un breve tirocinio (2 mesi), ogni neolaureato in Medicina e Chirurgia potrà svolgere la sua attività nei Pronto Soccorso e nei reparti di Medicina e Geriatria della Regione.

 

 La Società italiana della medicina di Emergenza Urgenza (SIMEU) denuncia il rischio di una riduzione della qualità dell’assistenza con l’introduzione in un sistema complesso di una figura di medico con un profilo professionale di scarsa prospettiva, delineato da contratti e coperture assicurative incerte.

 

 Lo sforzo richiesto per il riconoscimento e la costruzione del professionista dell’Urgenza, di pari competenza rispetto ai colleghi europei, con una formazione coerente con gli obiettivi e la crescita professionale, sembrano non avere rilievo nella proposta deliberata.

 

 Il Pronto Soccorso riveste un ruolo centrale a garanzia dei percorsi per condizioni di elevata gravità e con esiti fortemente dipendenti da immediatezza, qualità e appropriatezza della risposta sanitaria (per es. infarto, traumi, sepsi, ictus ecc.) ma è anche uno snodo fondamentale tra l’ospedale e il territorio nella gestione dei percorsi per i pazienti cronici e/o polipatologici.

 

 In tale contesto l’affidabilità dei processi è in gran parte legata al “fattore umano” che consente di ridurre il rischio di disservizi e di eventi avversi, pur sulla scia imprescindibile di linee guida e protocolli: occorrono tempi brevi per le decisioni e per elaborare alternative, notevole propensione al lavoro in team, necessità di sviluppare resilienza. Queste peculiarità di sistema richiedono un complesso di caratteristiche ed un percorso di acquisizione di specifiche competenze che hanno delineato finalmente il profilo di uno specialista, il medico d’Urgenza: lo sviluppo delle reti dell’Emergenza e la riduzione dei ricoveri costituiscono solo due esempi dei grandi risultati raggiunti grazie all’organizzazione che intorno a questo specialista si è costituita e sviluppata.

 

 La SIMEU in questo percorso di riconoscimento è stata protagonista e in questa sede intende confermare la sostanziale insostituibilità del medico d’Urgenza: quale futuro vogliamo prospettare al giovane specializzando, impegnato in un percorso di preparazione complessa, sostenuto da un impegno economico per lo Stato e per le famiglie? Quale formazione ridotta a semplice corso potrà mai consentire il conseguimento dell’autonomia professionale?

 

 La SIMEU chiede di difendere e sostenere questo modello di medico così faticosamente raggiunto, garanzia di un futuro di continuità che dobbiamo proteggere, e chiede di riconoscere, anche con emolumenti economici dedicati, il valore e la responsabilità del medico d’Emergenza, professione che ha cambiato il volto dell’assistenza sanitaria in Italia.

 

 Crediamo che sia assolutamente necessario un coinvolgimento e una condivisione con le Istituzioni Regionali che sentiamo vicine nello sforzo di raggiungere una soluzione e alle quali chiediamo di poterci confrontare, insieme con gli altri attori, per una elaborazione di prospettiva attraverso una serie di proposte che contiamo di poter avanzare.

 

Antonio Maccagnani 

Presidente SIMEU sez. Veneto Trento Bolzano 

 

Francesco Rocco Pugliese

Presidente Nazionale SIMEU