Head CT for Nontrauma Patients in the Emergency Department: Clinical Predictors of Abnormal Findings. Xi Wang, John J You. Radiology 2013

Negli Stati Uniti d’America il 14% dei pazienti che afferisce al Dipartimento di Emergenza (ED) è sottoposto ad indagine con Tomografia Computerizzata (CT); rispetto al 1995 si è assistito ad un aumento di 6 volte nel numero di CT eseguite. Dai dati interni del DEA Canadese in cui è svolto questo studio, nel 70-80% dei casi di tratta di CT del capo, ed il 60% di esse riguarda pazienti non affetti da trauma.
Lo scopo di questo lavoro è la ricerca di fattori clinici che nel ED possano essere predittivi del riscontro di anomalie di nuovo riscontro (emorragia, infarto acuto o subacuto, lesioni occupanti spazio, o qualunque alterazione meritevole di trattamento o monitoraggio longitudinale) alla CT del capo nei pazienti con anamnesi negativa per trauma.

Nell’arco di due anni e mezzo, sono state valutate 3967 CT su pazienti adulti. È stata condotta un’analisi retrospettiva su un primo gruppo di derivazione ed un secondo di validazione, identificando 6 fattori predittivi: età > 70 anni, deficit neurologico clinicamente focale, alterazione dello stato mentale (inteso come perdita di conoscenza e/o sincope, confusione, delirio, amnesia o sonnolenza intesa come rallentamento ideo motorio ed iporeattività), storia di neoplasia maligna, nausea e/o vomito, alterazione dell’assetto coagulativo. Le convulsioni alla presentazione, ad esempio, non risultano di per sé predittive di riscontro di alterazioni alla CT. Dei 6 parametri sopra esposti l’età sembra la meno rilevante. In pratica, eseguire la CT anche in tutti i casi di età > 70 o con convulsioni
all’esordio, aumenterebbe la sensibilità in modo marginale a fronte di un netto aumento del numero di indagini richieste.
Un utilizzo più “selettivo” della TC del capo nel ED (esclusi i casi di trauma), evitando di eseguirla nei pazienti che non presentino alcuno dei 6 criteri sopra riportati (quindi, in pratica, in soggetti di età < 70 anni che presentino sintomi riferibili a cefalea, emicrania, vertigine, capogiri, uso e abuso di farmaci e sostanze, anomalie della pressione arteriosa, o sintomi generalizzati mal definiti quali malessere e spossatezza), potrebbe portare ad una riduzione del 20% circa nel numero di esami richiesti, mantenendo altresì un livello di sensibilità pari al 96-98%.

Gli Autori dedicano un capitolo a parte nella discussione dei casi di “mal di testa”: dato lo studio retrospettivo eseguito su di un campione eterogeneo per definizione (quello del mondo della radiologia d’urgenza), nell’analisi la sintomatologia non è stata discriminata né per insorgenza acuta o meno né per entità severa o meno (fattori noti in quanto rilevanti nel sospetto di emorragia subaracnoidea). Si ricorda in proposito come l’American College of Emergency Physicians raccomandi l’esecuzione della CT nei casi di mal di testa improvviso e di severa intensità, anche a fronte di un’obiettività neurologica negativa.

Mourning on Morning Rounds. Mounica Vallurupalli. New England Journal of Medicine 2013;369:404-5

Due semplici facciate dense di medicina intesa come arte umana, oltre che scienza, soprattutto di fronte alla morte di un paziente. Giusto per ricordarci quello che il nostro sistema di aziendalizzazione, che ci ha rapidamente trasformato da dottori in medicina a dirigenti medici, tenderebbe giorno dopo giorno a farci dimenticare, o quantomeno sottovalutare, concentrando le nostre sempre inferiori risorse, anche personali, su aspetti sempre meno” umani”.
Ringrazio il Dottor Giorgio Monti della preziosa segnalazione.